“Giriamo con Apple TV+, Amazon, Netflix”: come l’Islanda è diventata il regno del cinema e delle serie

Per andare oltre

A Grafarvogur, un quartiere a nord di Reykjavík, sferzati da un vento impetuoso, camion carichi di fertilizzante hanno lasciato il posto a una sfilata di auto scure. In questo ambiente di pietra e cemento, fa ancora troppo freddo perché i turisti in kayak possano tirare fuori i loro parka. Tra pochi anni, l'immensa fabbrica e i suoi magazzini di stoccaggio si affacciano sull'Oceano Artico sono diventati un imponente studio cinematografico. In cima all'edificio di cemento grigio che nemmeno il cattivo di un film di James Bond, amante dell'architettura brutalista, avrebbe rinnegato, attende il padrone di casa.

In Islanda, un paese di soli 400.000 abitanti, tutti lo chiamano "Baltasar", e se Baltasar Kormákur, ex attore diventato regista e produttore di successo, è un po' in ritardo in questo pomeriggio di giugno, è perché il fondatore di RVK Studios sta uscendo da un incontro con i ministri degli Esteri e della Cultura. All'ordine del giorno: la crescita economica delle serie e del cinema, diventati una fonte importante di reddito per un paese...

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